I comuni dove le imprese pagano più tasse
Lo studio della Cna sui comuni dove le imprese pagano più tasse, Reggio Calabria al primo posto.
Quali sono i comuni italiani in cui le imprese pagano più tasse? Dove il peso del fisco si abbatte di più sulle attività economiche? A fornire una risposta è uno studio della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, presentato a Roma.
Primo sul podio tra i comuni con più tasse per le imprese è Reggio Calabria: la città dello Stretto detiene il non invidiabile primato nella classifica 2015 per il livello di pressione fiscale complessiva sulle imprese.
Il "total tax rate" a Reggio Calabria sfiora il 75% (74,9%) il che significa -1,1% sull’anno precedente ma il 12,5% in più rispetto al 2011.
Sempre secondo il rapporto 2015 dell’Osservatorio della Cna al secondo posto per tasse sulle imprese c'è Bologna con il 72,9% della pressione fiscale, seguita da Napoli con il 71,9%.
Subito dopo la capitale che nell’arco di un anno ha tagliato il peso fiscale complessivo del 2,5%, peso che oggi attesta al 71,7%.
Al quinto posto abbiamo invece Firenze con il 70,9% di pressione fiscale. Sul fronte opposto, il report della Cna ha fatto la graduatoria dei comuni meno onerosi in termini di tasse per le aziende.
A Cuneo il total tax rate è fermo al 54,5% (-0,8% sul 2011) a Gorizia è al 55,2%, a Sondrio e a Belluno al 55,3% mentre a Udine è a 55,7%.
Nel 2015 il peso complessivo del fisco, appunto il total tax rate, sulle imprese è in calo dell'1,7%, dal 63,9% al 62,2% ma, spiega la Cna:
"siamo ancora, come si vede, ben al di sopra del 59,2% raggiunto nel 2011, l'anno zero del federalismo fiscale".
Il calo del 2015 è ascrivibile all'abolizione della componente lavoro dell'Irap, beneficio che
"poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell'Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori. Il taglio dell'Irap si è trasformato in reddito d'impresa, quindi immediatamente soggetto all'Irpef".
aggiunge la Cna, secondo cui il taglio dell'1,7%
"è un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi. Se i sindaci decidessero di compensare i tagli dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, potrebbero attenuare fino a farlo scomparire il beneficio fiscale indotto dal taglio dell'Irap".